41.04. TEORIE SUL LAVORO [DEMO]

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Il Modello di Shapiro e Stiglitz mostra come elevati livelli salariali fungono da strumento di incentivazione dell’impegno della manodopera.

In questo modello la produttività del rapporto di lavoro non dipende solamente dai vincoli tecnologici ma anche dall’impegno che i lavoratori profondono nell’attività lavorativa. L’impegno è una variabile sotto il controllo dei lavoratori: essi possono decidere di impegnarsi, oppure possono oziare durante la giornata lavorativa (shirking workers). L’impegno è un male per il lavoratore, ovvero genera perdite di utilità.

Si tratta di un classico problema di agenzia in cui esiste un conflitto di interesse tra il principale (l’impresa) e l’agente (il lavoratore).

L’impossibilità di osservare il comportamento del lavoratore costituisce la fonte dell’asimmetria informativa nel rapporto di lavoro.

Questa riguarda l'azione dell’agente e il problema che ne consegue prende il nome di azzardo morale.

Poiché l’impegno non è osservabile dal principale ed è nel contempo faticoso per l’agente, quest’ultimo ha l’incentivo ad oziare, in tal modo riducendo i profitti dell’impresa:è questo il conflitto di interessi tra principale e agente.

In assenza di correttivi, l’asimmetria informativa distruggerebbe il rapporto impresa/lavoratore: le imprese dispongono di sistemi di monitoraggio i quali, con una certa probabilità, consentono di cogliere sul fatto il lavoratore che ozia.

E’ quindi possibile inserire nel contratto una clausola di licenziamento che viene applicata nel caso in cui il lavoratore venga scoperto a oziare durante l’orario di lavoro.

La clausola di licenziamento ripristina una sorta di prezzo per l’input inosservabile (l’impegno) in quanto oziare è ora costoso per il lavoratore.

Fissando salari sufficientemente alti, l’impresa riesce a rendere l’ozio sufficientemente costoso per il lavoratore, fornendo quindi i giusti incentivi ad impegnarsi.

In questo modello, gli elevati salari e la presenza di disoccupazione fungono da strumento di disciplina della manodopera.

In particolare, maggiori i salari in equilibrio, maggiore è la disoccupazione e più elevata è la probabilità che chi viene licenziato rimanga disoccupato e subisca la decurtazione del reddito.

La No Shirking Condition (condizione di non ozio)descrive il minimo livello salariale per cui il lavoratore è indifferente tra impegnarsi e non impegnarsi.

In questo senso è uno strumento di disciplina della manodopera:maggiore è l’efficienza dei sistemi di monitoraggio, la quale rende molto probabile che chi ozia venga scoperto.

In equilibrio ciascuna impresa pagherà i salari più bassi compatibili con il vincolo di non ozio, e sceglierà il livello occupazionale usando la propria curva di domanda di lavoro.

Il mercato è in equilibrio quando entrambe queste circostanze sono verificate.

Nel modello di Shapiro e Stiglitz le imprese potrebbero aumentare i loro profitti se invece di utilizzare un salario elevato utilizzassero un sistema di incentivazione.

L’impresa potrebbe esigere dai nuovi assunti il versamento iniziale di una somma di denaro in deposito e se un lavoratore lascia di sua iniziativa l’impresa, la somma gli viene restituita.

Invece, se un lavoratore viene colto a non impegnarsi e viene licenziato perde la somma depositata.

Ciò che fornisce un incentivo è appunto la perdita del deposito.

Il modello di search and matching offre una rappresentazione dinamica del mercato del lavoro basata sulla più realistica considerazione che trovare un lavoro o un dipendente adatti alla proprie esigenze richiede tempo e risorse per raccogliere e valutare le informazioni necessarie a scegliere.

La disoccupazione in questo modello deriva dall’esistenza di ostacoli all’incontro istantaneo di domanda e offerta, ed è definita disoccupazione frizionale, poiché discende dal funzionamento stesso del mercato del lavoro.

Il modello consente di determinare il tasso di disoccupazione, il salario di equilibrio e una misura del grado di tensione del mercato del lavoro, cioè, dello squilibrio tra domanda e offerta dovuto alle frizioni del mercato.

L’aspetto qualificante del modello è che lavoratori e datori di lavoro si incontrano casualmente e devono decidere se dare vita a un rapporto di lavoro o continuare a cercare opportunità migliori.

Il Matching function è il processo che governa l’incontro tra imprese e lavoratori che restituisce il numero di posti di lavori creati in funzione del numero di persone che cercano impiego, del numero di posti vacanti e di eventuali altri fattori.

In questa funzione, considerando il numero di disoccupati e il numero di posti vacanti ne deriva che l’aumento di un input comporta, a parità dell’altro, un maggior numero di incontri: tale effetto è minore per livelli più elevati dell’input; mentre un aumento nella stessa proporzione del numero di disoccupati e di posti vacanti determina un aumento proporzionalmente equivalente nel numero di incontri.

Il Tightness corrisponde al rapporto tra l’eccesso di domanda e di offerta di lavoro.

Quindi un livello più elevato della tightness segnala un eccesso di domanda (posti vacanti) relativamente più alto di quello di offerta (i disoccupati)

Sarà quindi più difficile per un’impresa incontrare un disoccupato ma più facile per quest’ultimo incontrare un’impresa.

Le imprese per avviare la produzione devono trovare lavoratori adeguati.

Un’impresa che cerca personale sostiene un costo di reclutamento in ogni periodo in cui il posto rimane vacante.

Il valore di un posto vacante è determinato dal fatto che in ogni periodo l’impresa paga un costo di ricerca di personale a fronte del quale potrà reclutare un lavoratore con una certa probabilità.

Il valore di un posto occupato invece, è un’attività finanziaria che in ogni periodo produce y e costa w in retribuzioni, con un rendimento netto (y-w) e che è soggetta a una probabilità di trasformarsi in un posto vacante e di restare produttiva.

In equilibrio il valore di un posto di lavoro occupato è dato dal valore attuale del flusso di profitti che genera; questo valore deve a sua volta essere uguale al costo atteso di reclutamento, dato dal prodotto tra il costo di reclutamento per ogni periodo e la durata media della ricerca.

Invece il valore di un posto vacante in equilibrio è nullo.

Da questo ragionamento si ottiene l’equazione di Job Creation.

Lungo tale equazione la retribuzione è più bassa della produttività marginale del lavoro di un ammontare sufficiente a consentire alle imprese di recuperare i costi attesi di assunzione.

La job creation stabilisce una relazione inversa tra la retribuzione che l’impresa è disposta a pagare per offrire un posto di lavoro e la tightness del mercato del lavoro.

Quanto più alta è quest’ultima tanto maggiori sono i costi attesi di reclutamento e quindi minore la retribuzione che l’impresa è disposta ad offrire.

L’incontro tra un disoccupato e un posto vacante rende fattibile la produzione di una quantità a patto che si raggiunga un accordo soddisfacente sulla retribuzione.

Questo incontro genera una rendita di monopolio dovuta al fatto che i due agenti possono avviare la produzione ma nessuno dei due può usare la minaccia di rivolgersi al altri per ottenere un maggiore guadagno poiché questi eventuali altri interlocutori, per via delle frizioni del mercato, vanno cercati perché non sono immediatamente disponibili.

Affinché vi siano i margini per un accordo in equilibrio la differenza tra il valore complessivo di un posto occupato e produttivo e quello della condizione alternativa per entrambi gli agenti deve essere positiva.

La curva di determinazione dei salari (WS da Wage setting curve) corrisponde alla curva di offerta, in cui la retribuzione è lo strumento che rende operativa la divisione del surplus.

Una maggiore tightness nel mercato del lavoro determina una retribuzione più elevata perché i lavoratori sono relativamente più scarsi rispetto ai posti vacanti e quindi una posizione negoziale migliore.

La retribuzione di equilibrio garantisce un reddito superiore a quello alternativo da disoccupazione e tanto più alto quanto maggiore è il costo di reclutamento.

In equilibrio una produttività maggiore consente alle imprese, per un dato livello di tightness, di restare profittevoli pagando retribuzioni maggiori (la JC si sposta verso l’alto) e ai disoccupati di ottenere retribuzioni più elevate perché il surplus complessivo creato dall’occupazione è maggiore (la WS si sposta verso l’alto).

In equilibrio aumentano sia le retribuzioni sia la tightness e quindi i posti vacanti a fronte di una riduzione della disoccupazione.

Una migliore posizione contrattuale dei lavoratori, come l’aumento del reddito da disoccupazione o del modo in cui partecipano alla divisione del surplus fa spostare verso l’alto la WS che comporta una maggiore retribuzione e una minore tightness e un aumento della disoccupazione e una riduzione dei posti vacanti.

Tuttavia un reclutamento più costoso implica che l’impresa per una dato livello di tightness è profittevole solo pagando retribuzioni minori (la JC si sposta verso l’interno). In conclusione lo stato di disoccupazione può non essere una scelta volontaria degli individui ma una condizione che questi subiscono a causa di imperfezioni nel funzionamento del mercato del lavoro.

La curva di Beveridge è la relazione univoca e negativa tra il tasso di posti vacanti e quello di disoccupazione.